domenica 18 marzo 2012

novità per il blog

ok,lo sappiamo bene che vi manca il nostro blog,ma per facilitarvi l'uso ancora abbiamo apportato alcune modifiche prima di ricominciare seriamente.
se volete sapere quali sono cliccate su continua a leggere

TzeTze

giovedì 15 marzo 2012

ritorniamo

è da qualche giorno che non ci si vede eh,molti appassionati lettori ci hanno mandato e-mail per chiedere che cosera successo dimostrandoci ancora una volta quanto volete bene al vostro blog preferito.
se volete sapere che cosè successo cliccate su continua a leggere.

TzeTze

domenica 11 marzo 2012

che cosè lo spread



Nella nostra lingua lo chiameremmo scarto o margine. Ma la diffusione generale del termine inglese non lascia più alcuno spazio al vocabolo italiano. 

Ovunque si parla di spread (pronunciato "sprèd") e il suo significato non è da poco! Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. 

Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread). 

Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione, che in Europa viene definita Euribor. Quello è il tasso, rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso. 

La collocazione del denaro mediante un finanziamento al cliente dovrà perciò avvenire ad un tasso un po' più alto. 

Ciò consentirà di compensare le spese di gestione della struttura creditizia e della pratica nonché i rischi dell'operazione, e guadagnarci sopra qualcosa. Questo incremento è chiamato appunto "spread". 

Un mutuo a tasso variabile verrà perciò rimborsato ad un tasso stabilito con il criterio:

Euribor + spread
dove l'Euribor costituisce la componente variabile del tasso, mentre lo spread quella fissa, che resterà invariata per tutta la durata del mutuo. 

NOTA: rari contratti prevedono la modifica dello spread al raggiungimento di specifiche scadenze o al verificarsi di determinate condizioni. 

Essendo solidamente garantiti dall'ipoteca i mutui sono gravati da modesti rischi di insoluto e consentono l'applicazione di spread molto bassi. 

La media si attesta intorno all'1,60%. Si parte da offerte eccezionali intorno allo 0,70% per arrivare a punte del 3%, richiesto da banche che finanziano situazioni un po' più a rischio. 

Come potrai immaginare la scelta di applicare uno spread più o meno alto dipende esclusivamente dalla volontà della banca. Così si osservano differenze anche rilevanti tra un'offerta e l'altra. 

Facendo leva sui grossi importi dei mutui e sulle loro lunghe durate, gli effetti possono rivelarsi esplosivi. 

ESEMPIO: si consideri una differenza di spread dell'1% applicata ad un mutuo ventennale di 100.000 Euro. 

Con un tasso del 4% si spenderanno 45.435 Euro di interessi. Aumentando il tasso dell'1% la spesa sarà di 58.390 Euro. Una differenza di ben 13.000 Euro, ovvero il 28% in più! 

Anche per i mutui a tasso fisso si parla di spread. In quel caso costituisce la quota aggiuntiva applicata al parametro di riferimento IRS, in base al risultato dell'addizione:


IRS (di durata pari a quella del mutuo) + spread
Qui però lo spread servirà per calcolare il tasso una sola volta, il giorno della sottoscrizione del contratto di mutuo, perché in seguito il saggio di interesse non potrà più subire alcun aggiornamento.
TzeTze

sabato 10 marzo 2012

che cosè il mercato grigio

il mercato grigio è quel sistema che prevede lo scambio di azioni prima che il titolo venga messo nella borsa finanziaria,ma vediamo come funziona:
  • titoli finanziari non ancora immessi sul mercato sono scambiati,al di fuori dei circuiti regolamentari circa due o tre settimane prima dell'emissioni del bond
  • viene così attribuito un valore di mercato a una determinata attività prima della sua collocazione nel mercato primario
  • nel mercato regolamentato,a cui accedono solo gli investitori istituzionali che,per primi,mediano grandi quantità di titoli in emissione,avviene la valutazione degli asset
contro e pro:
  • tutela degli operatori dal pericolo di comprare un bene a prezzo superiore al suo effettivo valore
  • valutazioni più adeguate sui mercati regolamentari al momento della quotazione
  • sfiducia nel processo di formazione di prezzi regolato dalle attuali procedure di collocamento e quotazione dei titoli
     


TzeTze

venerdì 9 marzo 2012

che cosè il micro credito

Le cosiddette banche dei poveri sono istituti bancari che operano, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo, nel campo della microfinanza, ovvero nell'erogazione di servizi finanziari (quali, ad esempio prestiti, gestione del risparmio ed assicurazioni) caratterizzati da importi unitari molto bassi (equivalenti a pochi euro o decine di euro) a soggetti che il settore bancario tradizionale considera "non solvibili".

Il primo di tale tipologia di istituti bancari è stato la Grameen Bank fondata nel 1976 da Muhammad Yunus in Bangladesh.

Partendo dall'osservazione del fatto che, soprattutto in contesti economici quali spesso quelli riscontrabili nei Paesi in via di sviluppo, basterebbero piccolissime cifre per avviare o migliorare una attività autonoma e conquistare l'indipendenza economica, tali banche si rivolgono - storicamente - a quelle fasce di popolazione che, vivendo in regime di pura sussistenza (piccoli artigiani, piccoli commercianti, piccoli coltivatori, ...), sarebbero altrimenti costrette, per l'assenza di un sistema finanziario che offra loro un accesso equo al credito bancario, a rivolgersi al mercato nero del credito, cioè all'usura; spesso per far fronte ad una condizione povertà non serve, infatti, l'elemosina ma, anche al livello più basso, è necessario offrire un'occasione di riscatto ai singoli per promuovere la crescita dell'economia attraverso l'erogazione di piccoli prestiti, prestiti spesso troppo bassi per essere considerati dagli istituti di credito tradizionali dal momento che le sole spese burocratiche da questi sostenute ne farebbero lievitare il costo in modo da non renderli convenienti; le banche dei poveri nascono ed operano, invece, proprio con l'obiettivo di rendere remunerativo questo tipo di servizio.

Per conseguire questo risultato tali tipi di istituti bancari operano nei Paesi in via di sviluppo basandosi, nella maggior parte dei casi, sui seguenti principi:

1. non si propongono come un ente burocratico a cui rivolgersi per ottenere un prestito, ma sono i funzionari della banca che si spostano di villaggio in villaggio per avvicinare i possibili clienti;
2. sia per abbattere i costi sia per andare incontro ad una clientela in maggioranza analfabeta, la maggior parte della documentazione cartacea viene abolita ed i prestiti vengono concessi sulla fiducia e senza alcuna garanzia bancaria;
3. per ridurre ulteriormente i costi e rendere più sicura la restituzione attraverso la mutua solidarietà, i crediti vengono normalmente concessi a piccoli gruppi di richiedenti che sono moralmente impegnati ad aiutarsi l'un l'altro in caso di difficoltà;
4. nel suo giro per i villaggi l'impiegato incontra i clienti, riscuote le rate dei pagamenti e raccoglie gli eventuali risparmi, anche se di valore modestissimo;
5. i prestiti, piccoli o grandi che siano, debbono essere restituiti dal momento che non si tratta di assistenzialismo, ma di un prestito dato da una banca ad un suo cliente;
6. la restituzione avviene sempre in forma rateale, spesso settimanale, in modo che eventuali difficoltà del contraente sono subito evidenziate e danno modo alla banca di intervenire in tempo (ad esempio concedendo delle dilazioni).

Questi semplici meccanismi hanno dato, negli anni, risultati sorprendenti:

* le condizioni di vita dei beneficiari migliorano (ad es. grazie all'avvio di un'attività artigianale o al miglioramento di quella già praticata grazie all'acquisto di nuove attrezzature);
* il tasso di restituzione dei prestiti erogati è, in media, del 99%;
* con gli utili conseguiti la banca paga gli stipendi degli impiegati ed allarga ulteriormente il giro dei prestiti.

Oggi diffuse in numerosi Paesi in via di sviluppo, alcune di queste banche si sono associate a livello internazionale creando il MicroFinance Network: i componenti di tale organizzazione sono oltre 20 tra ONG, banche commerciali ed istituzioni di supporto che offrono consulenza tecnica.

L'esperienza delle banche dei poveri è stata di recente importata, con i necessari adattamenti, anche nei paesi sviluppati per cercare di soccorrere i cosiddetti nuovi poveri, chi, cioè, può trovarsi in gravi difficoltà anche per pagare una semplice bolletta o per far fronte a spese improvvise: un esempio di tale tipo di organizzazioni è, in Italia, il fondo di aiuto sociale "Essere" al quale partecipano associazioni di quartiere, gruppi sportivi, associazioni cattoliche ed imprenditori di Firenze che, supportati da un istituto di credito locale, erogano prestiti dell'importo massimo di poche migliaia di euro.

Le stesse condizioni di vita di pura sussistenza, in cui versano ancora oggi così tante persone nel terzo mondo, sono assimilabili a quelle sperimentate nell'Italia dell'Alto medioevo e del Rinascimento; anche in tale, diverso, contesto storico, la necessità di soccorrere gli indigenti aveva già ispirato soluzioni assimilabili alle moderne banche dei poveri portando alla creazione di Monti che elargivano semenze o prestiti in denaro da restituire con tassi di interesse minimi: i Monti frumentari, i Monti pecuniari ed i Monti di pietà.

Fonte: Wikipedia
TzeTze

resoconto giornata 09/03/2012


La mattina è iniziata con borse europee un po’ sparse dopo la conferma dell’esito positivo dello wap sul debito greco. Attualmente la borsa più pesante di tutte è quella di Milano, con il FTse Mib in flessione dello 0,86% a 16520 punti.
Nel frattempo Londra segna un -0,05%, Francoforte un +0,25%, Parigi un -0,08 e Madrid un 0,28. Pesano sul listino milanese i cali di alcuni big come Mediaset (-1,97%), Bpm (-2,58%), Enel (-2%) e Generali (-1,80%). Anche le vendite Fiat sono in rosso e lo spread che rimane sotto i 300 punti base, lo spread Btp Bump.
TzeTze

che cosè un aliquota

da wikipedia:
L'aliquota o quota parte è il tasso fisso o variabile, espresso in forma di percentuale[1] nelle imposte ad valorem e in termini fisici nelle imposte specifiche o accise,[2] che si applica alla base imponibile per calcolare il tributo. Le imposte ad valorem e specifiche si contrappongono alle imposte a quota fissa, il cui ammontare è invariabile e fissato direttamente dalla legge.
L'aliquota media è pari al rapporto tra ammontare dell'imposta e ammontare della base imponibile; invece l'aliquota marginale è pari al rapporto tra la variazione dell'ammontare dell'imposta e la corrispondente variazione dell'ammontare della base imponibile.
Un'imposta si dice proporzionale se la sua aliquota media è costante (e sempre uguale a quella marginale); progressiva se l'aliquota media aumenta all'aumentare della base imponibile; regressiva se, invece, diminuisce all'aumentare della base imponibile. Sono tipicamente progressive le imposte sul reddito e sul patrimonio.

Forme di progressività [modifica]

La progressività può essere realizzata con una o più delle seguenti modalità:
  • per detrazione;
  • per classi;
  • per scaglioni;
  • continua.
Si ha progressività per detrazione quando dalla base imponibile, prima di applicare l'aliquota, viene detratto un importo determinato; in questo modo l'aliquota media è inferiore a quella marginale (che coincide con quella nominale fissata dalla legge) ma la differenza tende a diminuire con l'aumentare della base imponibile (ad es.: se la detrazione è di 1.000 euro e l'aliquota del 20%, per una base imponibile di 5.000 euro si ha un'imposta di 800 euro con un'aliquota media del 16%, mentre per una base imponibile di 10.000 euro si ha un'imposta di 1.800 euro, con un'aliquota media del 18%). La progressività così realizzata è poco accentuata, sicché, di solito, questa modalità viene utilizzata in congiunzione con altre.
Si ha progressività per classi quando sono previste più classi di valore della base imponibile e per ciascuna è fissata una diversa aliquota (ad es.: del 10% per basi imponibili da 0 a 10.000 euro, del 20% da 10.000 a 20.000 euro ecc.), che viene applicata all'intero valore della base imponibile. In tal caso aliquota media e marginale sono sempre uguali e coincidono con l'aliquota prevista per la classe di imponibile. Questa modalità presenta una certa iniquità poiché, in prossimità del limite tra una classe e l'altra, ad un aumento minimo della base imponibile corrisponde una forte variazione dell'imposta (considerando le classi del precedente esempio, ad una base imponibile di 9.990 corrisponde un'imposta di 999 euro mentre ad una base imponibile maggiore di soli 20 euro, ossia 10.010 euro, corrisponde un'imposta più che doppia, di 2.002 euro). Per questo motivo la progressività per classi è raramente utilizzata dai sistemi tributari; nei pochi casi in cui è adottata, sono previste numerose classi in modo da ridurre il differenziale tra il limite inferiore e superiore di ciascuna classe e, di conseguenza, l'effetto distorsivo di cui si è detto.
La progressività per scaglioni è stata introdotta allo scopo di superare il suddetto effetto distorsivo della progressività per classi. Anche in questo caso si hanno differenti classi di valore della base imponibile (dette scaglioni) cui corrispondono aliquote crescenti; tuttavia, la base imponibile viene suddivisa nelle quote che ricadono entro i singoli scaglioni e a ciascuna di queste quote viene applicata l'aliquota del corrispondente scaglione (es.: se è prevista un'aliquota del 10% da 0 a 10.000 euro e del 20% da 10.000 a 20.000 euro, una base imponibile di 15.000 euro verrà ripartita in una quota di 10.000 euro, ricadente nel primo scaglione, e in una di 5.000 ricadente nel secondo scaglione; alla prima quota si applicherà l'aliquota del 10%, ottenendo così un'imposta di 1.000 euro, alla seconda l'aliquota del 20%, ottenendo un'imposta di 1.000 euro e l'importo complessivo dell'imposta sarà di 1.000 + 1.000 = 2.000 euro). In questo modo l'aliquota marginale corrisponde a quella stabilita per lo scaglione nel quale ricade l'ultima quota della base imponibile, mentre l'aliquota media è sempre inferiore (salvo che per nel primo scaglione, ove è uguale) ed è pari alla media della aliquote ponderate con le quote di base imponibile che ricadono in ciascuno scaglione. La progressività per scaglioni è quella normalmente utilizzata per le imposte sul reddito e sul patrimonio, quale l'IRPEF nel sistema tributario italiano.
Nel caso della progressività continua l'aliquota viene determinata con una formula matematica, in modo che la stessa risulti una funzione continua della base imponibile. Poiché si tratta di una modalità di complessa attuazione, la progressività continua viene raramente utilizzata dai sistemi tributari.
TzeTze